La “Cooperativa lavoratori uniti Franco Basaglia” (in sigla CLU) è una Cooperativa sociale mista (A+B), con una compagine attuale di 264 lavoratori, dei quali 181 sono soci.

La sua costituzione in Italia ha anticipato le Cooperative finalizzate all’inserimento lavorativo, regolamentate in seguito dalla legge 381 del 1991. Dal 2011 la CLU gestisce servizi socio-sanitari attraverso la formulazione e realizzazione di progetti terapeutico ri-abilitativi personalizzati: questo ambito è nato a supporto dell’inserimento lavorativo, per accompagnare tutto il processo di ripresa delle persone. La Cooperativa fornisce diversi servizi a enti pubblici e a privati, garantendo un’alta performance in tutti i suoi settori di competenza: sanificazione, ecologia e manutenzione del verde, logistica e facchinaggio, servizi alla persona, bar e piccole manutenzioni.

Negli anni è sempre rimasta fedele alla sua mission, pur avendo apportato tutti i cambiamenti all’assetto organizzativo e produttivo che si sono resi necessari per continuare ad essere un’Impresa concorrenziale. Le mutate condizioni di contesto hanno infatti richiesto di strutturarsi sul piano delle certificazioni aziendali, formalizzando i budget di previsione, ideando strumenti di monitoraggio della produttività e indirizzando gli investimenti anche sulla formazione.

Tutta l’attività della Cooperativa è legata a quel movimento sociale, culturale e civile che in Italia ha portato al riconoscimento dei diritti di cittadinanza delle persone con sofferenza psichica, promosso fortemente da Franco Basaglia e dalla sua équipe.

Un po' di numeri (al 31.12.2022)

N. lavoratrici/tori  – 264

N. lavoratrici/tori socie/i  – 181
N. lavoratrici/tori non socie/i – 83
N. lavoratrici/tori socie/i e non socie/i svantaggiate/i – 60
N. persone in borsa formazione lavoro – 23
Fatturato – (€) 7.571.994
N. ore lavorate – 336.335
N. ore formazione – 820

ORGANIGRAMMA

L’organigramma rappresenta la struttura organizzativa della Cooperativa.

GOVERNANCE

Il sistema di amministrazione adottato dalla Cooperativa è di tipo tradizionale. Sono organi della società: l’Assemblea dei Soci, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale e  l’Assemblea speciale dei possessori delle azioni di partecipazione Cooperativa. Nel 2009 l’Assemblea dei soci ha approvato il Codice Etico e nominato il relativo Organo preposto alla vigilanza del suo rispetto all’interno delle procedure aziendali.

LA COOPERATIVA E LE SUE RELAZIONI

La “mappa dei portatori di interesse” rappresenta, in forma sintetica, il quadro degli interlocutori di riferimento di un’organizzazione. La CLU vuole instaurare e consolidare rapporti positivi con tutte queste figure, nel rispetto delle leggi, dei propri valori, della propria mission e dei principi etici di riferimento.
Essendo nata per offrire opportunità di lavoro vero e duraturo anche a persone provenienti dall’area dello svantaggio, la Cooperativa si rivolge a varie realtà esterne, quali enti pubblici, privati, terzo settore e professionisti. Inoltre vi sono una serie di organizzazioni che non hanno un reale e tangibile rapporto economico con la CLU, ma che traggono beneficio da essa o che creano le condizioni affinché possa continuare nel perseguimento del suo oggetto sociale: la comunità, committenti/clienti, addetti al controllo della qualità, alla politica ambientale e alla sicurezza dei lavoratori, nonché i destinatari dei servizi.

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La nostra storia

La “Cooperativa Lavoratori Uniti” si è costituita ufficialmente il 16 dicembre 1972 nell’Ospedale psichiatrico provinciale di Trieste. All’epoca i “manicomi” erano istituzioni totali in cui la maggioranza degli internati non aveva diritti civili né politici. Per far funzionare questa macchina istituzionale, che a Trieste è stata edificata nel 1908, ci si avvaleva del contributo dei pazienti organizzati nelle squadre di ergoterapia, una fantomatica “terapia del lavoro” concepita a partire dal presupposto che impiegare le persone in attività utili, piuttosto che condannarle all’ozio, producesse maggiori benefici. Tale pratica era figlia di un’esperienza portata avanti sin dal XIII secolo nel villaggio belga di Gheel; all’inizio del XIX secolo venne promossa da due psichiatri francesi, Jean-Étienne Dominique Esquirol e Félix Voisin e, grazie alla sistematizzazione che ne diede lo psichiatra tedesco Hermann Simon, si diffuse in molti manicomi d’Europa. Essa tuttavia consisteva a tutti gli effetti in una forma di sfruttamento in quanto, al servizio prestato, non corrispondeva alcun tipo di remunerazione economica né di tutela.

A Trieste i degenti in ergoterapia erano organizzati in squadre supervisionate dagli infermieri e svolgevano tutte le mansioni che si rendevano necessarie: pulizie dei reparti, preparazione dei pasti, lavanderia, orticoltura, allevamento di bestiame, materasseria, riparazioni edili e spazzamento del verde. Vi era inoltre un’attività rinomata di legatoria.  Negli anni ’60 queste squadre iniziarono a costituirsi in un collettivo, che cominciò a formulare un’embrionale coscienza del proprio stato di assoggettamento. Una figura particolarmente emblematica fu quella di Danilo Sedmak, un giovane psicologo arrivato nel 1964 come volontario, che cominciò sin da subito ad affiancare questo gruppo e a sostenerlo nelle sue rivendicazioni, che cominciarono con la richiesta di dispositivi di protezione, per poter operare in sicurezza.

Nel dicembre del 1971 Michele Zanetti, l’allora Presidente della Provincia di Trieste, chiamò il Dott. Franco Basaglia a dirigere l’O.P.P. : quest’ultimo, assieme ad un’équipe di giovani medici e un gruppo di volontari provenienti da tutto il mondo, aveva il chiaro intento di abolire il modello manicomiale, a favore di servizi di salute mentale territoriali, fondati sul paradigma della cura e sui diritti di cittadinanza delle persone. Con l’arrivo di Basaglia, tutti i rapporti di potere cominciarono ad essere messi in discussione: il collettivo dell’ergoterapia ha così potuto inserire la sua lotta all’interno del più ampio movimento di critica istituzionale al manicomio.

Nel corso dell’Assemblea dei lavoratori dell’O.P.P. del 29 febbraio 1972 si discusse sulla possibilità di dare a questo gruppo un’organizzazione maggiormente strutturata: si dibatté se costituirsi come “Cooperativa” o se limitarsi ad essere un “laboratorio protetto”. Si decise con convinzione per la prima opzione in quanto questo tipo di Impresa, dalla natura mutualistica, rispondeva alla necessità di configurarsi come soggetto intrinsecamente legato ad un mandato etico e sociale, oltre che economico. Nella successiva Assemblea dei lavoratori del 10 marzo 1972 vennero definite le finalità a cui questa realtà doveva rispondere: l’organizzazione in forza lavoro, una giusta remunerazione, la tutela tramite assicurazioni sociali nonché la riabilitazione della persona e il suo inserimento sociale. Nell’Assemblea seguente si nominò il Consiglio d’Amministrazione, di cui Franco Basaglia fu Presidente onorario. Il 3 maggio 1972 si sottoscrissero l’Atto costitutivo e lo Statuto di fronte ad un notaio.

Per essere formalmente riconosciuti, era necessario ottenere sia l’approvazione dal Tribunale di Trieste che dal “Servizio di sviluppo della Cooperazione e di vigilanza sulle Cooperative” della Regione. Tuttavia, come tutte le lotte per rivendicare diritti ed equilibrare i poteri, si incontrarono difficoltà e resistenze. Il primo impedimento era rappresentato dal fatto che i degenti, stando a quanto disposto dalla legge 36 del 1904 che regolamentava gli Ospedali psichiatrici, erano privi di diritti civili e politici: da un punto di vista giuridico quindi non potevano esprimere alcuna volontà. Il Tribunale di Trieste rigettò l’istanza di omologazione proprio poiché gli internati, in quanto “incapaci di intendere e di volere”, non venivano riconosciuti come cooperativisti. Inoltre mise in luce come l’oggetto sociale delineato fosse estraneo allo schema della Società cooperativa, perché con essa non si sarebbe costituita un’Impresa con attività economica. Nonostante il successivo reclamo presentato dal notaio, il 25 ottobre anche la Corte d’Appello della città confermò il precedente parere, aggiungendo che le finalità delineate si sarebbero potute conseguire anche attraverso la costituzione di un’associazione non imprenditoriale.

Vennero pertanto redatti nuovamente Atto costitutivo e Statuto, datati 16 dicembre 1972, facendo figurare fra i soci alcuni operatori sensibili a questa vicenda assieme ad alcuni ricoverati che avevano lo statuto di “volontari” (stando a quanto disposto dalla legge 431 del 1968), quindi titolari di capacità giuridica. L’oggetto sociale delineò alle prime due voci i settori di attività della Cooperativa (pulitura, manovalanza e giardinaggio) parlando in maniera chiara ed inequivocabile di “lavoro”. Tuttavia non si rinunciò a reclamare con fermezza la specificità della propria natura: le finalità erano anche quelle di migliorare la posizione economica, morale e sociale dei soci e di promuovere il movimento cooperativo. Con un Decreto del 27 gennaio 1973 il Tribunale di Trieste riconobbe finalmente la Cooperativa. Si proseguì così con la domanda alla Regione da cui, il 23 marzo 1973, si ottenne l’Iscrizione nel “Registro Regionale delle Cooperative”: la CLU era a tutti gli effetti un’Impresa economica. In particolare è stata la prima Cooperativa sociale d’Europa e in Italia ha anticipato le Cooperative finalizzate all’inserimento lavorativo, successivamente definite “Cooperative sociali di tipo B” con la legge 381 del 1991.

Il 27 settembre 1973 la Giunta provinciale, con voto unanime, assegnò il primo lavoro in appalto alla CLU. Quest’ultima nel 1981, a pochi mesi dalla morte di Franco Basaglia, ne prese il nome. L’Impresa si è sviluppata anche grazie al contributo di fondi europei che, negli anni ‘90, hanno permesso di sperimentare l’apertura di nuovi settori e nuove opportunità di inserimento socio lavorativo per persone fragili.

Nel dicembre 2022 la CLU compirà 50 anni: l’ampio processo di liberazione e riconoscimento dei diritti di cittadinanza aperto da Franco Basaglia è ancora fragile, ma proprio per questo richiede un impegno a diversi livelli, dal piano politico, normativo e istituzionale, a quello culturale e sociale. Oggi siamo un’Impresa sociale orgogliosa di essere sempre stata fedele, attraverso lo strumento “lavoro”, alla propria mission e che garantisce una professionalità elevata in tutti i settori, coniugando le esigenze dettate dal mercato del lavoro con l’innovazione sociale, a difesa dei diritti fondamentali.

Riproponiamo le nostre fonti documentarie per un excursus storico
  • Verbale dell’Assemblea dei lavoratori dell’O.P.P. (29/02/1972): si decide di costituirsi come Cooperativa
  • Verbale dell’Assemblea dei lavoratori dell’O.P.P. (10/03/1972): si decidono i fini della Cooperativa
  • Lettera della “Federazione Cooperative e Mutue di Trieste” (15/03/1972): il Presidente esprime parere positivo per la formazione della Cooperativa
  • Verbale dell’Assemblea della “Cooperativa Lavoratori Uniti” (23/03/1972): costituzione del primo Consiglio di Amministazione
  • Lettera al Presidente della Provincia Michele Zanetti (02/05/1972): si invita la Provincia di Trieste ad intervenire durante la costituzione della Cooperativa
  • Statuto e Atto costitutivo (03/05/1972)
  • Richiesta alla Camera di commercio di Trieste per l’iscrizione al registro delle ditte (18/05/1972)
  • Verbale di Assemblea (12/09/1972): resoconto delle trattative avviate
  • Verbale dell’Assemblea straordinaria dei soci (05/03/1973): comunicazione dell’avvenuto riconoscimento della Cooperativa da parte del Tribunale di Trieste
  • Rendiconto del 1972 (10/01/1973)
  • Allegato al verbale dell’Assemblea straordinaria dei soci (16/04/1973): “Foglio annunzi legali del Tribunale di Trieste” con riconoscimento della Cooperativa
  • Verbale dell’Assemblea straordinaria dei soci (16/04/1973): dimissioni del CDA in ottemperanza alla richiesta dell’Amministrazione provinciale
  • Delibera della Giunta provinciale (27/09/1973): trasformazione dell’attività ergoterapica in terapia riabilitativa e aggiudicazione del primo appalto
  • Lettera dei ricoverati, sussidiati e lavoratori cooperativisti dell’O.P.P. (13/11/1973): rimostranze nei confronti della Provincia e comunicazione di astensione dal lavoro
  • Lettera degli infermieri (13/11/1973): solidarietà per le proteste
  • Attestato della Regione (15/11/1973): iscrizione al registro regionale delle Cooperative
  • Verbale del “Comitato di lotta” (06/12/1973): designazione dei nuovi componenti del CDA
  • Documento di definizione delle mansioni del socio in Cooperativa (24/10/1974)
  • Relazione del Consiglio di Amministrazione per l’esercizio 1974 (1975)
  • Verbale di Assemblea straordinaria (21/05/1981): cambio denominazione in “Cooperativa Lavoratori Uniti Franco Basaglia”

ARTICOLI SULLA CLU
  • Dicembre 1972. Nasce la prima cooperativa di matti – da “La terra è blu. Forum salute mentale”
  • Nasce la prima cooperativa sociale per l’inserimento di soggetti svantaggiati – da “Fondazione Memorie Cooperative”
  • Nasce la prima cooperativa sociale per l’inserimento di soggetti svantaggiati (16 dicembre 1972) – da “A.RE.SA.M. Associazione Regionale per la Salute Mentale”

ARTICOLI IN CUI È CITATA LA CLU
  • Dedicàti a Basaglia – da “Fondazione Franca e Franco Basaglia”
  • Quando diventare lavoratore dipendente può essere rivoluzionario. La cooperazione sociale “basagliana” a Nordest –  da “Lastorialestorie”
  • Malattia mentale, l’esperienza di Trieste e Gorizia dove i ‘matti’ sono persone – da “L’Espresso”
  • Il ruolo della follia all’interno della società – da “Sociologicamente”
  • A Trieste quarant’anni dopo Basaglia –  da “Yanez magazine”
  • Franco Basaglia: Vita e opere – da “180 gradi”
  • Speciale su Franco Basaglia. Oltre i vincoli del possibile – da “la Voce di Fiore”
  • Maria Grazia Giannichedda ricorda Franco Basaglia – da “Gruppo Solidarietà”

Siti in cui è citata LA CLU
  • COSM – Consorzio operativo salute mentale
  • Dipartimento di salute mentale di Trieste
  • Eurosocial
  • Itinerari basagliani
  • Lega delle Cooperative FVG
  • Parco culturale di San Giovanni
  • Trieste Abile
  • Maria Grazia Giannichedda ricorda Franco Basaglia – da “Gruppo Solidarietà”

Una sintesi dell’evoluzione dei settori dalla nascita ad oggi

Il comparto produttivo della CLU si è inizialmente strutturato in funzione di quanto si rendeva necessario all’interno del Comprensorio di San Giovanni. A seguito dello smantellamento dell’Ospedale psichiatrico, con l’apertura alla città, vi è stata una progressiva diversificazione delle attività, che spaziavano dalla ristorazione collettiva, all’albergaggio, lavanderia, edilizia e piccole manutenzioni. Particolarmente rinomato era il laboratorio di legatoria, che nel tempo ha acquisito un’eccellente professionalità nel restauro dei libri antichi, di carte topografiche e di ogni tipo di documento cartaceo di rilievo. Progressivamente alcuni servizi hanno visto un notevole sviluppo: la ristorazione collettiva ha raggiunto fatturati di 2.500.000€, mentre le piccole manutenzioni 500.000€. Nei decenni successivi la Cooperativa, evolvendosi e costituendo nuovi settori, ha dimostrato di sapersi riproporre sul mercato del lavoro e di saperne seguire le opportunità.